Carlo: una vita al limite
Carlo (nome di fantasia) è un quarantenne originario di un paese della provincia di Bergamo. Sposato, separato, con una figlia di dieci anni, attualmente vive con la famiglia di origine.
Provengo da una famiglia normale, un padre e una madre operai, ero un bambino vivace con poca voglia di studiare (sono stato bocciato in terza media) ma impegnato in quelle che erano le attività dell’oratorio e le attività sportive.
Con l’adolescenza i primi problemi, le prime compagnie le prime esperienze “al limite”, i primi contatti con l’alcol, i primi consumi di cannabinoidi in compagnia. Il calcio la grande passione continua ad essere coltivata, arriva a giocare in promozione ma con l’andare del tempo lo stile di vita sempre più “al limite” mal si coniugava con le prestazioni calcistiche.
“Poi.. nel nuovo posto di lavoro, che nel frattempo avevo cambiato, mi trovo di nuovo a contatto con la cocaina… inizialmente un’esperienza ludica con i nuovi colleghi poi, in poco tempo, una caduta vertiginosa fino a 3 grammi al giorno. Nemmeno l’esperienza della paternità mi aiuta a smettere, anzi quasi sembra che mi disequilibri ancora di più“.